sabato 1 novembre 2014

The Zero Theorem (2013)

Terry Gilliam è un bravo regista ma aver fatto parte dei monty python gli ha procurato metà della sua popolarità, perché i suoi film di solito sono un concentrato di banalità e di falsi profondismi impacchettati in maniera molto accattivante.
I temi interessanti che vengono toccati vengono solo superficialmente analizzati. Ma con The Zero Theorem ha superato sé stesso. Il film è uguale a brazil, che pure era un coso di 3 ore che avrebbe dovuto durare mezz'ora. Stessa cosa vale per questo, che da 1h50m andrebbe ridimensionato a 19 minuti inclusi i titoli iniziali e di coda.

Il film è praticamente la descrizione di alcuni aspetti della vita di uno che lavora per una multinazionale tipo facebook nel futuro, ma attraverso gli occhi di vostra nonna. Tutte le cose che fa appaiono come cose senza senso: il suo compito, che dovrebbe essere interagire con certe "entità" che sono tipo più difficili della matematica (sì, più o meno è espresso in questi termini...) si concretizza nello spugnettare con un videogioco dove ci sono tutti cubi che girano con dei caratteri matematici sopra, e il protagonista deve accatastarli bene.

Il protagonista è un coione che parla di sé al plurale senza alcun motivo chiaro. Ha una crisi esistenziale perché vuole trovare un senso alla vita allora cerca di farsi cacciare dal lavoro, prima non ci riesce, poi va alla festa del capo che gli ha fatto l'intrallazzo col supermegadirettore generale, che appare dove meno se l'aspetta per farlo sentire una merda. Poi il suo capo gli fa andare di traverso una cosa. sta per morire e una stronzetta lo salva. nelle apparizioni del leader supremo durante la festa si capisce che acconsente a mandarlo a lavorare in una chiesa sconsacrata da solo, dove vive pure. La stronzetta lo visita e non si capisce se se lo vuole scopare o no, poi no, poi lo invita sulla realtà virtuale, finiscono sulla spiaggia, lei gli guarda negli occhi e vede un buco nero, allora poi sì se lo vuole scopare, ma lui non vuole e quindi lei se ne va; poi c'è il figlio del capo, un genietto ribelle che gli svela che il teorema zero, che il protagonista sta cercando di provare con i blocchetti, è la dimostrazione che l'universo non ha senso.
Poi il 15enne si sente male a casa sua e finisce all'ospedale.
Poi il protagonista riparla con il direttore supremo che gli svela che lui vuole fare solo i soldi e se ne sbatte se il mondo non ha senso. Lui si arrabbia e spacca tutto. Poi entra nel buco nero e finisce nella spiaggia ma da solo.

Ecco, questo è quello che capireste sprecando 1h50m guardando il film, io ve l'ho fatto capire in meno di 10 minuti.

Gran parte del film è composto da sequenze che vengono riproposte un sacco di volte, senza alcun contenuto informativo -- nemmeno la prima volta che vengono mostrate! : 1) l'intro del sito della stronzetta 2) i blocchetti che si mettono sempre nello stesso posto. Frequenti sono le scene intimistiche del coione e la stronzetta col pianofortino di sottofondo, ingiustificatamente già dall'inizio del film!

Io avrei potuto comprendere un film così nel 1983, ma nel 2013 mi pare proprio uno spreco di tempo e denaro. Anche come film satirico sulle corporazioni (in questa veste mi è stato spacciato) penso che il bagaglino abbia concepito lavori più profondi

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