mercoledì 10 giugno 2015

Khane-ye doust kodjast? (1987)

Il primo film di Abbas Kiarostami che io abbia mai visto. Il nome lo avevo sentito da almeno 20 anni ma l'avevo sempre ricollegato per paura a quei film macinapalle etnici.

E infatti è palloso, ma fortunatamente dura solo un'ora e un quarto. Nonostante tutto però credo che sia un bel film. Narra la storia di un bambino paesano che viene sgridato dal maestro perché non ha fatto i compiti sul quaderno per la terza volta. Gli dice che la prossima volta sarà costretto ad espellerlo dalla scuola.

Il compagnuccio di banco pure è un'altra pippa che non ha fatto i compiti. Il maestro cazzia anche lui. Mi ha colpito la calma e la razionalità e in fondo anche il rispetto con cui il maestro fa i cazziatoni, senza urla isteriche, sadiche minacce velate, e tutto quell'inutile melodramma che ha formato a noi italiani del centro-sud, di cui apparentemente non si esauriscono le persone che ne vanno fiere.

Sono sempre più convinto che l'Italia centromeridionale sia un paese del quarto mondo travestito (che batte). Se in Iran quella è la prassi scolastica, diciamocelo: che l'Italia sia un paese comunque sviluppato non solo tecnologicamente ma culturalmente è una pia illusione che coltiviamo da decenni.

Il compagnuccio di banco torna a casa e tutta la famiglia gli rompe i coglioni, vogliono sempre, come spesso accade, la fettina di culo vicino all'osso. Scopre di aver preso per sbaglio, oltre al suo quaderno, anche quello del suo amico. Pertanto È determinato a riportarglielo, ma nessun adulto se lo caca. Dice: ho preso il quaderno del mio amico, devo riportarglielo! e glie dicono: zitto e va a studià, vamme a comprà il pane, e va a fa i compiti, insomma tutto quell'armamentario di contraddizioni livorose -- che in generale derivano dalla scarsa organizzazione e indipendenza degli adulti -- a cui sono sottoposte durante la crescita, quasi a temprarne il carattere, tutte le popolazioni meridionali.

La famiglia fa vomitare

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