mercoledì 22 luglio 2015

Cucciolo (1998)

Durante la mia adolescenza e giovane età adulta, maledette esse siano, coltivavo la fantasia di sentirmi superiore alla media, vuoi per i miei studi (assolutamente mediocri), per le mie velleità artistiche (e velleità sono rimaste), per la mancanza di successo con le donne e la prestanza fisica di un soffiatore di minestrine: queste due ultime per qualche bizzarro e bambinesco contrappasso mutuato da serie televisive, film e videogiochi erano, nella mia testa, condizione *sufficiente* per l'eccellenza nelle discipline intellettuali.

In questo scenario uno si aspetterebbe lo svelarsi di un effetto comico causato dalla scoperta, anche graduale, dell'infondatezza delle proprie fantasie.

Invece la realtà, che sempre supera la fantasia, architetta uno scenario ancora più orribile collocandoti "in coppa alla gaussiana" (cit. Gabriele Bucchino). Niente di cui andare fieri, niente di cui dolersi.

Ho voluto dare questa breve introduzione autobiografica convincervi che non mi sento assolutamente uno al di sopra della media, e che in questa affermazione non v'è traccia di modestia.
Quindi non c'è spocchia quando dico che questo film è un film del cazzo e che ho fatto fatica a finire di vedere (veramente infatti sono arrivato al minuto 44) perché lo ritengo troppo stupido anche per me, quindi per la maggior parte degli esseri viventi.

Girato a cazzo, già la musica all'inizio (Dr. Jones degli aqua) crea quell'ambientazione tipica di queste commedie del cazzo che le pone, nella mia classifica personale, allo stesso livello delle registrazioni di cresime e comunioni di inizio anni 90 fatte dallo zio "che ce capiva" e corredate di qualche hit buzzurra a farne da "colonna sonora".

Ma poi perché cazzo a boldi lo fanno parlare in romanesco!??!

Che film del cazzo.

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